Il secondo è importantissimo, forse più del primo, perché preannuncia la possibilità della conferma definitiva, che non potrà che arrivare, però, solo con il terzo… Non è un indovinello: è che, quando uno scrittore coglie nel segno anche con l’opera “seconda”, c’è da essere davvero speranzosi di poter godere di prossime e soddisfacenti letture. Il palermitano Enzo Baiamonte, radiotecnico ormai pentito e investigatore per diletto, era personaggio già ampiamente promosso ne Il libro di legno, precedente e sottile avventura d’esordio. Ora si ripete e, anzi, “debutta in società”: ha il coraggio di mostrarsi in pubblico anche con la sua graziosa e riservata compagna, la sarta Rosa; ma, soprattutto, ha deciso di munirsi di un ufficiale “patentino” da detective, per imboccare la strada di una vita nuova e palpitante, oltre che (incrociamo le dita e diamolo già per certo…) di una fortunata serie letteraria.
Non è un caso che Gian Mauro Costa sia stato affiancato a Sciascia e a Camilleri. Di quest’ultimo ha assunto la disposizione “colorita” per l’uso di espressioni dialettali e il compiacimento divertito per una sicilianità bonaria e a suo modo solida e moralmente integra. Dello scrittore di Racalmuto ha mutuato il profondo interesse per l’analisi socio-culturale e per la decostruzione dei modelli, delle prassi e delle abitudini su cui si sono costruiti e vicendevolmente rafforzati degrado civile e malavita mafiosa. Questi sono anche i due poli attorno ai quali ruota la nuova avventura di Baiamonte, che un po’ suo malgrado, un po’ per la singolare ed ostinata umanità che lo contraddistingue, si trova ad organizzare le “luminarie” di una sagra rionale gestita dai boss locali e, nel contempo, a ricostruire le strane ed allucinate vicende di un giovane garzone disadattato. Le due strade, naturalmente, si incontreranno, tra le stucchevoli (ma sofisticate ed allusive) canzoni neomelodiche della festa di piazza, le “ammazzatine” dei clan e i traffici di droga, le tombe del cimitero cittadino e i conti (da saldare) di una vecchia e drammatica rapina…
Come sempre, comunque, ciò che rende valida una figura alla Baiamonte non è una trama od un soggetto; Baiamonte piace, e non può che essere così, perché, in tutta la sua “splendida” mezza età, legge fumetti, gioca a carte con gli amici, ascolta musica beat ed è un “giovanotto” inguaribilmente scanzonato. Difficile non affezionarsi.