Le strade che percorriamo usualmente potrebbero raccontarci storie che non ci aspettiamo. Un tempo quelle strade erano al centro del mondo, forse di più di quanto non lo siano oggi. Intersecavano importanti itinerari di commercio, attraversavano confini di regni e di imperi, aprivano la via a viaggi lunghissimi e talvolta transoceanici. È su queste rotte che Malaguti colloca le avventure dei suoi umili perteganti tesini, in un Settecento che ci appare talmente complesso e glocale da poter stupire il più attento osservatore contemporaneo. E così anche Pieve Tesino, la Valsugana e la città di Bassano del Grappa riemergono in una vicenda che, senza concedere troppo alla fantasia, si rivela presto degna di Wikileaks e dei più pericolosi intrighi internazionali.
Sebastiano Gecele, come tanti suoi conterranei del Tesino, vende in tutta Europa le stampe prodotte dalla rinomata ditta della famiglia Remondini. Ma questa attività lo porta anche nel Nuovo Mondo, dove impara a conoscere che il suo piccolo commercio può anche veicolare messaggi pericolosi, dal potente significato politico. Lo smercio di una stampa, in particolare, un’allusiva raffigurazione del giudizio universale, lo mette nei guai, ed è costretto a sparire, abbandonando la sua già lontana famiglia. A distanza di qualche anno, il figlio Antonio, che si sta apprestando ad affrontare lo stesso mestiere del padre sotto la guida del vecchio Grimo, va alla ricerca di Sebastiano, in una missione che gli farà scoprire un grande amore, e dalla quale dipenderanno le sorti dei Remondini e delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Venezia, il Papato e le Corone di Spagna e di Francia.
Questo secondo romanzo rappresenta un momento di crescita per Paolo Malaguti, che si cimenta con un genere diverso da quelli sperimentati finora con ottimi riscontri. Tuttavia la cifra di questo Autore è rimasta intatta, e la ritroviamo, in particolare, nella contaminazione linguistica tra italiano e dialetto locale, nella preferenza per il tema storico e per il punto di vista dei più piccoli protagonisti, nell’amore per la profonda semplicità della cultura contadina e nella predilezione per il rapporto padre-figlio e per quella delicatissima fase della vita che segna il principio della maturità. Da quest’ultimo punto di vista, I mercanti di stampe proibite ripete da vicino lo schema de Sul Grappa dopo la vittoria. Ma non è mancanza di originalità, e qualunque lettore può presto accorgersi del sincero e spontaneo affetto che lo scrittore prova per situazioni e figure che, proprio in quanto esemplari, continuano a suscitare naturalmente anche la nostra simpatia.
Sorry, the comment form is closed at this time.