Quali sono gli indicatori che ci consentono di misurare il modo con cui un paese accoglie gli stranieri e il relativo livello di integrazione? Studi sociologici, economici e giuridici si interrogano costantemente sul punto, e questo senza che si possa davvero registrare l’esistenza di posizioni condivise. Una detective story, però, può aiutarci. In che senso?

Carta straccia non è un masterpiece… È una storia scalcinata, con una trama interessante ma a tratti sconnessa. Un investigatore tedesco di Francoforte, un po’ “cialtrone” e disordinato, è ingaggiato dall’ordinario Sig. Weidenbusch: deve ritrovare Sri Dao, la giovane tailandese di cui quell’ometto spaventato si è innamorato; questa, con permesso di soggiorno scaduto e alla ricerca di un modo per poter restare in Germania, è scomparsa, rapita da coloro cui si era rivolta per ottenere documenti falsi. Chi sarà mai stato l’autore del rapimento? C’entra, forse, il suo precedente datore di lavoro, il direttore di un night? Comincia così l’avventura di questo tipico etno-thriller, un po’ hardboiled, e si snoda velocemente tra colpi di scena, macchiette, battute e situazioni sia comiche, sia violente. Anche il finale è interessante e, nonostante una traduzione forse non impeccabile, non lesina qualche sorpresa e dice molto su quale e quanta possa essere l’amicizia, e su quanto e quale possa essere l’amore. Ma tutto ciò non è il valore aggiunto del libro. Almeno nel senso di cui sopra.

Il vero motivo per cui questo giallo atipico è di fondamentale importanza è che il detective, certo, è tedesco, ma di origine turca. Si chiama Kemal Kayankaya, conosce a menadito i bassifondi della sua città e si permette di sbeffeggiare la xenofobia ridicola dei suoi insospettabili vicini di casa, l’arroganza della “crema” dei criminali autoctoni, oltre che la protervia delle figure apparentemente più austere della polizia locale, svelandone le ipocrisie, le presunzioni e la povertà morale.

Ecco, il grado di integrazione di una società è presto detto: se essa ci consente di avere simili e deliziose figure di detective, allora, forse, non tutto è perduto, e possiamo sorprenderci a constatare che le parole e i sentimenti più dolci sono quelli di chi, come Sri Dao, non parla la nostra lingua, conosce poche e frammentate parole inglesi, ma ha soltanto voglia di vivere normalmente.

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