Non è la prova migliore di Heinichen; forse è quella più scialba. Ma è anche quella più recente. Merita, allora, una segnalazione, perché, per chi non l’abbia ancora fatto, deve essere lo stimolo per leggere i sei titoli precedenti, tutti di ottima fattura e, tutti, magnificamente evocativi e coinvolgenti (I morti del Carso, A ciascuno la sua morte, Morte in lista d’attesa, Danza macabra, Le lunghe ombre della morte, La calma del più forte).
Le storie di questo scrittore tedesco, “trapiantato” in quel di Trieste e lì felicemente soggiornante e integrato, oltre che innamorato del fascinoso entroterra friulano, sono realmente avvincenti e saporite. Sono presentate come appartenenti al genere noir, e i titoli, in effetti, sembrano spiegare chiaramente il motivo di questa attribuzione.
Nonostante ciò è difficile attribuire ai casi e alle indagini del commissario Proteo Laurenti un’etichetta consolidata e univoca come quella. C’è del poliziesco e del giallo, infatti, ma c’è anche del “romanzo d’appendice”, talvolta del comico, e forse del reality e del pop.
Non è, quella di Heinichen, una Trieste solo immaginifica o sognante; è una città mitteleuropea che, pur parlando sempre attraverso i suoi miti e le sue innegabili peculiarità di confine, rimane comunque italiana, immersa nelle vicende sociali, economiche e politiche del nostro Paese. Queste sono viste, a loro volta, con la lente di un narratore germanico che, quasi sorprendentemente, coglie bene i vizi del Belpaese e i correlati stereotipi, ma attribuisce degenerazioni e corruzione anche ad altre nazioni e perfino all’Europa dell’allargamento. Forse sono queste le ragioni del successo che questi romanzi hanno avuto in Germania, per il cui pubblico sono stati scritti e concepiti, e poi “ridotti” anche in altrettanto fortunate fiction televisive.
A dire il vero, il successo non è mancato neanche in Italia. Heinichen è, ormai, una delle maggiori attrazioni di Trieste. Così come lo sono le figure incisive e “simpatiche” in cui si risolvono tanti dei suoi personaggi: l’ironica assistente Marietta, l’anziano e scorbutico medico legale Oreste John Achille Galvano, la piccola ma tenace ispettrice Pina Cardareto e, prima di lei, il fedele Sgubin, i figli di Laurenti e la bellissima moglie Laura, l’avvenente procuratrice croata Ziva Ravno o la bella e giovanissima Gemma. Non mancano, ovviamente, i “cattivi”, su tutti il terribile Drakic. Né difettano i luoghi simbolici e i riti, piccoli o grandi, di una città comunque misteriosa, abilmente calati nella topografia in cui si trova immersa tutta l’azione quotidiana del singolare poliziotto, un po’ padre, un po’ farfallone, un po’ perdigiorno, un po’ segugio.
Di Nessuno da solo, invece, si possono solo dire quattro cose: 1) L’avversario è Raffaele Raccaro, ricco e spregiudicato imprenditore; 2) La lettura suscita una insopprimibile voglia di caffè; 3) La penna dell’Autore regala ai fans un duplice ma fuggevole incontro tra Heinichen stesso e Laurenti, nell’androne di un bellissimo palazzo; 4) Il finale quasi tronco promette una ennesima e avvincente avventura.
La presentazione del nuovo libro (naturalmente… in Questura!)
Un documentario (in tedesco) su Heinichen e Trieste, in quattro parti: I, II, III, IV
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